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Diritti fondamentali, giusto processo e primato del diritto UE

  • Autores: Tommaso Rafaraci
  • Localización: Processo Penale e Giustizia: Rivista di dottrina e giurisprudenza, ISSN-e 2039-4527, Nº. 3, 2014, págs. 1-5
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Fundamental Rights, Fair Trial and Primacy of EU Law
  • Enlaces
  • Resumen
    • español

      Following the adoption of the Directives on the right to information in criminal proceedings and the right to access to a lawyer, the legislative package presented by the Commission on the 27th of November 2013 (including three proposals of directives on: strengthening certain aspects of the presumption of innocence and the right to be present at trial in criminal proceedings; introducing special safeguards for children suspected or accused in criminal proceedings; provisional legal aid for suspects or those accused deprived of liberty and legal aid in European arrest warrant proceedings) has marked a new step in the recent efforts to create a common EU framework of defence rights, which need to be respected by all the Member States. The article critically analyses the aims and the possible effects of these efforts towards harmonization, also in the light of the ECJ rulings in the cases Melloni and Fransson

    • italiano

      In seguito all’adozione delle Direttive sul diritto all’informazione nei procedimenti penali e il diritto di accesso a un difensore, il pacchetto legislativo presentato dalla Commissione il 27 novembre 2013 (che include tre proposte di Direttiva su: rafforzamento della presunzione d’innocenza e diritto di presenziare al processo; introduzione di garanzie procedurali per le persone vulnerabili indagate o imputate in procedimenti penali; accesso provvisorio al patrocinio a spese dello Stato sin dalle prime fasi del procedimento per indagati, imputati e, in particolare, persone destinatarie di un mandato d’arresto europeo) ha segnato un passo ulteriore verso l’obiettivo di creare un quadro comune di diritti della difesa, che si richiede siano rispettati in tutti gli Stati membri. L’articolo analizza criticamente lo scopo e i possibili effetti di questo percorso di armonizzazione, anche alla luce delle sentenze della Corte di giustizia europea nei casi Melloni e Fransson.


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