After WWII, secession ceased to be an issue for Europe, thanks to the freezing of European borders and the European integration process. The implosion of the USSR and Yugoslavia dramatically challenged this state of things. More recently, with the Catalan and Scottish referenda, the debate surrounding secession regained a central position in the European political and academic arena. In this article I analyse secession’s compatibility with constitutionalism, through a study of the theoretical and practical consequences of the constitutionalization of a secession clause in a federal system.
Dopo la seconda guerra mondiale, con il congelamento delle frontiere e l’avvio del processo di integrazione, l’Europa ha creduto di poter rimuovere le difficoltà, pratiche e concettuali, sollevate dalla secessione. Questa rimozione è stata messa a dura prova dall’implosione della Jugoslavia e dell’Urss. Con i referendum in Scozia e Catalogna, lo spettro della secessione ha poi rimesso in questione la geografia dell’Europa occidentale e posto con urgenza la necessità di rilanciare il dibattito sulla secessione.
In questo articolo si propone un ripensamento della secessione in termini di compatibilità con il costituzionalismo, analizzando l’impatto pratico e teorico dell’inserimento del diritto di secessione all’interno di una Costituzione federale.
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