Nella prima metà del XVII secolo lo scontro tra Francia e Spagna si riflette nel nord della penisola italiana: il ducato sabaudo e lo stato di Milano, in passato alleati, ma oramai schierati su fronti nemici, devono forzatamente potenziare il confine che li divide. Gli assedi si susseguono nel vano tentativo da parte dei francesi di giungere a Milano, e degli spagnoli di far cadere Torino. Le cinte delle città più prossime alla frontiera sono costantemente monitorate, rilevate, potenziate. Gli ingegneri militari al servizio dei due stati sono impegnati nei lavori di rilievo, progetto, manutenzione. Al servizio dei governatori milanesi si avvicendano Busca, Clarici, Lechuga, Baldovino, Prestino, Camassa, Beretta e altri tra i più preparati ingegneri dell�epoca: si interrogano costantemente su modifiche, potenziamenti e adeguamenti alle nuove esigenze strategico-difensive.
I disegni, le «città di carta», oggi conservati negli archivi europei, raccontano i molti stati, i troppi e labili confini, la difficoltosa difesa delle molte e mai quiete frontiere.
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