On a Late Hellenistic Portrait in Turin: The Pompeo Magno of the Savoys?.
Among the ancient marble sculptures in the art gallery of Carlo Emanuele I of Savoy (1580–1630) in Turin was a portrait considered to be of Pompey the Great that stood out for its rarity and was shown only to visitors of renown, such as Queen Christina of Sweden. Around 1820 a reference suggests that the bust of Pompey should be transferred from the royal collections to the Museo di Antichità, but after this date all traces of the work vanish. This study proposes to recognize a late Hellenistic head conserved in the deposits of the Museo di Antichità and hitherto largely disregarded by archaeological studies, as the so–called Pompey the Great of the Savoys. The work, a still anonymous portrait, combines features of Lysippus’ sculpture with the Menander portrait model. As early as the mid–sixteenth century, images of the Athenian poet Menander were identified as Pompey; even the Savoy’s head must have borne some resemblance to the ancient portraits of Menander or their Renaissance variants, as is also true of the Turin head. Research carried out in the Turin deposit has also enabled the author to recover the precious polychrome marble bust that was joined to the ancient head during the Renaissance, but detached from it in the late nineteenth or early twentieth century. The presence of the cuirass and paludamentum confirms the hypothesis that this head was interpreted in the sixteenth century as a portrait of a Roman general.
Tra i marmi antichi raccolti nella Galleria di Carlo Emanuele I di Savoia (1580-1630), a Torino, spiccava per rarità un ritratto ritenuto di Pompeo Magno, che veniva mostrato solo a visitatori di eccezione, come la regina Cristina di Svezia. Intorno al 1820 si suggerì di traferire il busto di Pompeo dalle collezioni reali al Museo di Antichità, ma da questa data se ne perdono le tracce. Questo studio propone di riconoscere il c.d. Pompeo Magno dei Savoia in una testa tardo-ellenistica oggi conservata nei depositi del Museo di Antichità e rimasta sinora quasi del tutto ignorata dagli studi archeologici. Si tratta di un ritratto, ancora anonimo, che combina elementi lisippei al modello ritrattistico del Menandro. Fin dalla metà del Cinquecento l’immagine del poeta ateniese era identificata come quella di Pompeo: anche la testa dei Savoia doveva evidentemente mostrare una certa somiglianza con i ritratti di Menandro o con le sue rielaborazioni rinascimentali, come è infatti il caso della testa torinese. Le ricerche tra il materiale del magazzino mi hanno permesso di recuperare anche il busto in pregiati marmi policromi, aggiunto alla testa antica in età rinascimentale ma eliminato tra la fine dell’Ottocento e il principio del Novecento: la presenza della corazza e del paludamentum conferma l’ipotesi di un’interpretazione cinquecentesca della testa come ritratto di generale romano.
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