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Visioni di sterminio ne "La Storia"

    1. [1] Università degli Studi di Pisa
  • Localización: Cuadernos de filología italiana, ISSN 1133-9527, Nº. Extra 8, 2014 (Ejemplar dedicado a: Contro la barbarie: Elsa Morante e la scrittura), págs. 91-100
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Visions of extermination in "La Storia"
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      Starting from a moral blame of history, based on the philosophy of the French thinker Simone Weil, Morante, which also considers the suggestions from the new historical approaches (e.g. the micro-history), proposes in her most known novel La Storia different images of extermination; from the one hand there are individual deaths which have a strong symbolic meaning, from the other there are the massacres of a big number of persons. As example of the first case of extermination I propose the couple Useppe/Davide. Useppe is destroyed because, although his innocence, he took on himself the Evil of the history.

      Davide is annihilated by the history which he tried to interprete with the means of culture and thought, but he took out the disease against which he would combat. Animal metaphors symbolize the massacre of Jewish persons. The usual and everyday routine, which consists in killing animals to give nourishment to the men, symbolizes the tragedy of the Shoà. This justapoxition culminates in two images which have Useppe saw at Tiburtina station: a calf which attend to go to the slaughterhouse and the Jewish persons from the Roma ghetto which are going to the lager.

    • italiano

      Partendo dalla condanna morale della Storia, elaborata sulle orme della filosofa francese Simone Weil e dalle suggestioni indirette esercitate dal nuovo orientamento metodologico degli studi storici (si chiamerà microstoria), nel suo romanzo più popolare (La Storia, 1974) Morante propone differenti visioni di sterminio: morti individuali dotate di profondo valore simbolico, stragi di grandi numeri di esseri viventi. Per il primo caso propongo l’esempio della coppia Useppe/Davide: Useppe viene annientato per aver assunto su di sé, in umiltà e innocenza, il Male della storia; Davide è stritolato dai processi violenti della storia che egli ha tentato d’interpretare ricorrendo alla cultura e alla ragione, fino a contrarre il male che avrebbe voluto combattere. La strage collettiva degli ebrei è rappresentata attraverso metafore animali: la tragedia che macchia la storia del Novecento (il massacro degli ebrei nei campi di concentramento nazisti) è saldata alla consuetudine quotidiana, praticata senza turbamento e senza percezione di colpa (l’uccisione degli animali per essere di cibo agli umani). Questo accomunamento culmina nelle due straordinarie immagini che, a distanza di tempo, Useppe incontra alla stazione Tiburtina: il vitello che aspetta d’essere condotto al macello, gli ebrei del ghetto romano avviati ai campi di sterminio.


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