Lo scritto si interroga sulle dinamiche di acquisizione di collezioni e archivi fotografici da parte del Gabinetto Fotografico (poi Nazionale) durante i primi due decenni del Novecento. Le immagini e le carte d’archivio ci guidano nel comprendere i motivi d’interesse e i criteri di valutazione nelle accessioni dei vari materiali da parte dei due primi direttori del Gabinetto Fotografico, Gargiolli e Carboni, e dei funzionari della Direzione Generale Antichità e Belle Arti. La ricerca ha messo in luce la rilevanza di una programmazione tesa a inglobare e valorizzare l’opera di fotografi attivi sul territorio romano i cui fondi, una volta finiti sul mercato, sarebbero andati inevitabilmente dispersi.
Nello specifico lo studio segue le fasi cruciali dei passaggi delle raccolte Tuminello e Cugnoni, da fotografo a fotografo, da persone private a istituzioni pubbliche.
La seconda parte dell’articolo è dedicata al Fondo Cugnoni la cui caratteristica è quella di essere una raccolta di immagini di autori vari e di soggetti variegati che non è possibile ricondurre ad un unico autore, né ad una unica committenza; la sua composizione è infatti il risultato di una politica di acquisto da parte dello stesso Cugnoni che a sua volta venderà la collezione allo Stato.
Il fondo restituisce l’immagine della città e dei suoi cantieri architettonici ed artistici negli anni del passaggio dalla Roma papalina alla Roma Capitale del Regno d’Italia, dando visione del gusto dell’epoca, sia per quanto concerne le emergenze monumentali, che naturalistiche del suo territorio.
L’analisi delle varie fasi di archiviazione dei materiali ha messo in evidenza la difficoltà di giungere ad una attribuzione certa delle fotografie a determinati autori. Il dato ha portato a riflettere sull’assenza del concetto di autore (e di copyright) nell’ambito della pratica fotografia tra fine Ottocento e inizio Novecento.
The Artist’s Absence. The “Tuminello” and “Cugnoni” Photo Collections, from Technical Praxis to Archiviation in the Gabinetto Fotografico Nazionale.
This paper explores the dynamics of the Gabinetto Fotografico’s (later Gabinetto Fotografico Nazionale) acquisition of photographic collections and archives during the first two decades of the twentieth century. The photographic images and archival materials guide us to an understanding of the reasons for the interest and the evaluation criteria behind the accessioning of the various materials by Gargiolli and Carboni, respectively first and second directors of the Gabinetto Fotografico, and of officials in the Direzione Generale Antichità e Belle Arti. The research has revealed the importance of a program intended to gather, incorporate and utilize the work of photographers active in Rome whose personal archives, once consigned to the market, would have inevitably undergone dispersion.
Specifically, the study traces the crucial phases of the migration of the Tuminello and Cugnoni collections from photographer to photographer, and from private individuals to public institutions.
The second part of the article focuses instead upon the Fondo Cugnoni, a collection of photography comprising a wide variety of subjects. This collection is characterized by the impossibility of ascribing it either to a single photographer, or to a single client; its composition, in fact, resulted from a deliberate acquisition policy on the part of Ignazio Cugnoni, who subsequently sold his collection to the State.
The collection reflects the image of the city and its architectural and artistic sites during the period of its transition from papal Rome to Rome, Capital of the Kingdom of Italy, providing visual evidence of the character of the epoch in terms of both its monumental architecture and landscape features.
Analysis of the various stages of the collection’s archiviation has revealed the difficulty in connecting the photographs to specific photographers, that is, in achieving definitive attributions. This leads the writer to considerations on the absence of the concept of authorship (and copyright) in the practice of photography during the late nineteenth and early twentieth centuries.
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