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Resumen de Lo "Scultore di Boston": un artista attico ad Alessandria. Sul contributo di Atene alla formazione del linguaggio figurativo alessandrino

Elena Ghisellini

  • italiano

    L'articolo si apre con l'esame di due teste in calcare scoperte nel corso degli scavi compiuti per la costruzione della nuova Biblioteca di Alessandria. La resa stilistica della testa femminile permette di attribuirla allo "Scultore di Boston", un artista attico che inizia la sua carriera ad Atene nel terzo venticinquennio del IV secolo a.C., lavora poi a Rodi e infine si stabilisce ad Alessandria, negli anni immediatamente successivi alla fondazione della città. L'avere individuato per la prima volta l'opera di un maestro attico trasferitosi ad Alessandria offre lo spunto per saggiare le molteplici sfaccettature del contributo arrecato dagli artisti attici alla formazione del linguaggio artistico tolemaico: a tal fine si analizza una serie di sculture, di calcare e di marmo, che mostrano stretti rapporti con la cultura figurativa ateniese sul piano iconografico e formale. Si delinea così un panorama estremamente ricco e articolato, che va ben oltre i legami con l'arte prassitelica, da tempo evidenziati dalla critica.

  • English

    The Boston sculptor: an Attic artist in Alexandria. On the contribution of Athens to the formation of the artistic koine of Alexandria.

    The article opens with the examination of two limestone heads discovered during excavations for the construction of the new Library of Alexandria. The style of the famale head enables its attribution to the "Sculptor of Boston", an Attic artist who began his carrer in Athens during the third quarter of the 4th century B.C., worked in Rhodes, and established himself in Alexandria in the years immediately following the foundation of the city.

    The definitive identification of the work of the Attic master who settled in Alexandria offers the opportunity to reexamine the numerous facets of the contribution of Attic artists to the formation of the Ptolemaic artistic idiom. To this end, a series of sculptures in limestone and marble are analyzed, works demonstrating the close relationship with Athenian figural culture both on iconographic and formal levels.

    Thus, an extremely rich and detailed panorama emerges that goes well beyond the connections with the art of Praxiteles long recognized in the critical literature.


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