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Le migrazioni nelle società del Vicino Oriente Antico e l'idea di straniero nella bibbia ebraica

    1. [1] Pontifical Lateran University

      Pontifical Lateran University

      Roma Capitale, Italia

  • Localización: Studi Emigrazione, ISSN 0039-2936, Nº. 198, 2015, págs. 272-294
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • Movimenti migratori nel Vicino Oriente Antico sono documentati fin dai testi più antichi, fra i quali è opportuno distinguere quelli letterari da quelli descrittivi. Questi ultimi testimoniano una situazione storica e sociale di radicamento nel territorio e, soprattutto, di “integrazione” degli stranieri, tanto da divenire nel tempo personaggi di spicco in quelle stesse società. Nei documenti letterari, invece, la valutazione idelogica sugli stranieri da parte degli autoctoni è sempre negativa. Anche i piccoli stati di Israele e di Giuda fanno parte della continua e complessa evoluzione politica e sociale delle potenze di quella regione, ma nei loro scritti l’interesse per lo straniero è strettamente limitato all’aspetto religioso, secondo cui gli stranieri sono pericolosi e da tenere lontani, perché sono una potenza seduttrice che minaccia l’unità religiosa di Israele. É acettata, invece, quella categoría di stranieri (i considdetti proseliti) che desidera entrare a far parte del popolo eletto, rinunciando in toto alla propia identità.


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