Two illuminations given to Giorgio Morandi.
Among the objects conserved (not on display but accessible upon request) in the museum of the Casa Morandi in via Fondazza, Bologna, where the painter Giorgio Morandi resided with his sisters until his death in 1964, are two single–leaf illuminations for which new attributions are proposed. The two parchment leaves were presented to the painter by his friend, the collector Luigi Magnani, in the 1950s, on two separate occasions. Both are miniatures from liturgical manuscripts produced in the Emilia region, which Magnani most probably acquired on the Bolognese art market. The first, depicting the ‘Pentecost’, is from the hand of the anonymous illuminator known as the Seneca Master (or the First Master of San Domenico) and is datable to the first quarter of the 14th century. The second, displaying the uncommon subject of ‘Christ Creator of the Stars’, is instead attributable to Bertolino de’ Grossi (first half of the 15th century). The discovery of several letters also enables the author to reconstruct the relations between Magnani and Pietro Toesca, his teacher during the period of his post–graduate studies in Rome, and mentor in the field of the history of manuscript illumination.
Il museo di Casa Morandi in via Fondazza a Bologna, dove il pittore abitò con le sorelle fino alla morte nel 1964, conserva tra gli oggetti non esposti, ma consultabili su richiesta, due miniature ritagliate di cui viene proposta una nuova attribuzione. I due fogli pergamenacei furono donati al pittore dall’amico e collezionista Luigi Magnani negli anni Cinquanta del secolo scorso, in due distinte occasioni. Si tratta di opere provenienti da codici liturgici emiliani che, con ogni probabilità, Magnani acquistò sul mercato antiquario bolognese. La prima, raffigurante la Pentecoste, si deve all’anonimo miniatore noto come Maestro di Seneca (o Primo Maestro di San Domenico) ed è databile al primo quarto del XIV secolo; la seconda, raffigurante una inusuale iconografia di Cristo creatore degli astri, va invece riferita a Bertolino de’ Grossi (prima metà del XV secolo). Inoltre, grazie al ritrovamento di alcune lettere, l’autrice ricostruisce il legame tra Magnani e Pietro Toesca, il maestro degli anni romani della specializzazione e della propria formazione nell’ambito della storia della miniatura.
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