La fabbrica è qui analizzata come spazio sociale dove vulnerabilità collettive si traducono in confini simbolici e spaziali. La ricerca etnografica condotta tra le aziende del distretto conciario di Arzignano mette in luce come la conceria non solo sia il luogo in cui le identità di lavoratori nazionali e stranieri vengono reciprocamente costruite, ma come la fabbrica divenga progressivamente principio interiorizzato di senso e giustificazione della presenza dei lavoratori migranti.
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