The Delivery of Salt in Rome in the paintings of Gaspar van Wittel.
Three paintings by Gaspar van Wittel (Amersfoort 1653 – Roma 1736) depict the left bank of the Tiber at the juncture of the Strada Marmorata and the slope of the Aventine hill. In the central section, the painting portrays several porters without hats and dressed in short tunics as they unload bags of merchandise, carried on their shoulders, from a boat docked in the river. The goods are dropped off at a building, which can be identified, by examining sixteenth–century maps and prints, as the customs office used to check and weigh the salt. According to this interpretation, the precious product, gathered in the salterns at the mouth of the Tiber, was transported up to Rome by river to the Emporium, in exactly the same way as it had been since antiquity, as attested by literary sources. A series of ancient Roman fictile statuettes of saccarii (unloaders) show the porters of foodstuffs dressed in the same way as the salt porters depicted by the Dutch painter. In his Roman diary, Hans Christian Andersen describes the very same scene shown in van Wittel’s paintings, unchanged in time and place in the nineteenth century. With the construction of the artificial retaining walls along the Tiber in the beginning of the twentieth century, this centuries–long tradition was interrupted
Tre dipinti di Gaspar van Wittel (Amersfoort 1653 – Roma 1736) raffigurano la ripa sinistra del Tevere all’altezza della Strada Marmorata alle pendici dell’Aventino. Nella parte centrale sono ritratti alcuni facchini a capo coperto, vestiti con una corta tunica, mentre scaricano da una imbarcazione attraccata lungo il fiume una mercanzia racchiusa in sacchi portati in spalla. Il prodotto viene depositato in un edificio identificabile, tramite la cartografia seicentesca, con l’ufficio di dogana per il controllo e la misurazione del sale. Secondo questa ricostruzione il prezioso elemento, estratto dalle saline alla foce del Tevere, raggiungeva Roma via fiume all’altezza dell’Emporiumtiberino, proprio come accadeva fin dall’antichità sulla base delle fonti letterarie. La documentazione archeologica consiste in una serie di statuette fittili di epoca romana interpretate comesaccarii, gli scaricatori di derrate alimentari abbigliati nello stesso modo dei trasportatori di sale, riprodotti dal pittore olandese.
Le impressioni di Hans Cristian Andersen (Odense 1805 – Copenhagen 1875) nel suo diario romano testimoniano la medesima scena delle opere vanvitelliane rimasta inalterata nei luoghi e nel tempo fino all’Ottocento; solo la costruzione dei muraglioni artificiali lungo il Tevere, iniziata all’indomani della formazione dello Stato Unitario, interruppe una consuetudine che durava inalterata nei secoli.
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