Il presente contributo approfondisce la singolare e polisemica figura del gufo nella sua evoluzione a cavallo tra gli anni �40 e �50 a ll�interno de lla prosa, della poesia e della pittura di Carlo Levi (1902-1975). Rappresentato spesso insieme a un orologio, il gufo è collegato � come specifica lo stesso autore � alla questione del tempo, cruciale per la costruzione del romanzo L�orologio (1950). È infatti all�interno del ro manzo, oggetto privilegiato d ella ricerca , che la v isione di una tempora lità a rcaica, incarnata dal gufo, si fonde con l�orologio, simbolo del tempo che fugge. Sebbene la part icolare simpatia verso gli uccelli e in part icolar modo verso i gufi scaturisca nell�opera e ne lla vita di Lev i prima dell�incontro con Umberto Saba, l�autore d imostra come in realtà le ult ime raccolte poetiche del t riestino (soprattutto Uccelli) esercitino una specifica influenza sulla definizione della valenza simbolica del gufo e della doppia temporalità interna al romanzo. Si evince infine da ll�intrecc io di alcune poesie, d i a lcuni dip inti e d i a lcuni brani tratti dal ro manzo quanto l�apparente superficia lità del tema del gufo sia in realtà radicata nella profondità dei lavori di Levi.
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