Nel primo paragrafo l’autore commenta la voce dedicata al Merisi da F. Bologna nel “Dizionario Biografico degli Italiani”. La totale disinformazione del Bologna, congiunta ai suoi pregiudizi critici sulla figura del Caravaggio, approdano a un risultato disastroso. Nel secondo paragrafo l’autore contesta l’opinione della Pampalone, secondo cui il Merisi non poté far parte del Sodalizio dei Virtuosi del Pantheon. Tale tesi si basa su una serie di errate e ormai superate opinioni sulla personalità del Caravaggio. Nel terzo paragrafo l’autore espone alcune notizie inedite d’archivio, relative alla presenza a Roma del fratello del Merisi Giovan Battista e dello zio Ludovico, affacciando tra l’altro l’ipotesi che il Caravaggio e il fratello possano essere venuti insieme a Roma tra il 1594 e il 1595. Nel quarto paragrafo l’autore propone di identificare il modello del “San Girolamo scrivente” di Malta nel Rettore della Nazione Italiana Girolamo Carafa della Spina. Nel quarto paragrafo riporta la descrizione di una processione notturna della Compagnia della Misericordia di Foligno che, nel maggio del 1600 (mentre il Merisi attendeva ai laterali di S. Luigi dei Francesi), fu accolta a Roma dalla Arciconfraternita della Trinità. Nell’ultimo paragrafo l’autore dimostra come l’ipotesi da lui fatta nel 1998 circa le cause dell’imprigionamento del Caravaggio a Malta, precedette la notizia documentaria pubblicata nel 2002 da K. Sciberras, che ne diede piena conferma.
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