L’autore fornisce un’analisi dettagliata dell’iconografia dell’incisione con l’“Allegoria dell’Architettur”a eseguita da Giuseppe Porta detto il Salviati, che fa da frontespizio dell’edizione “vitruviana” del 1556 di Daniele Barbaro. Umanista, letterato, collezionista, mecenate, e soprattutto studioso di matematica e di architettura, Daniele Barbaro è stata una delle figure più eminenti del Rinascimento Veneziano. La sua opera maggiore, a cui dedicò nove anni di lavoro, è l’edizione e la traduzione italiana del “De Architectura” di Vitruvio pubblicata da Francesco Marcolini da Forlì con l’inserimento di incisioni di Palladio. L’incisione è attribuita al Salviati per confronti di stile, e avvalorata dagli intensi rapporti dell’artista con Daniele Barbaro. Il frontespizio è decorato da figure di animali, motivi architettonici, rovine, strumenti musicali, e da allegorie della Storia, Geometria, Musica e Astronomia indicate da Vitruvio come elementi essenziali dell’educazione dell’architetto. Tra le figure ve ne è una che potrebbe essere il ritratto del committente rappresentato come Vitruvio, committente che probabilmente è stato l’erudito suggeritore del progetto.
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