L’autore ricostruisce il percorso artistico di Mario Menin, indagando in particolare i profondi cambiamenti stilistici che l’incontro con Marinetti produsse nel suo lavoro. Attraverso l’analisi delle opere (alcune delle quali inedite) e dei documenti d’archivio, riporta alla luce una figura quasi ignota del panorama artistico italiano della prima metà del Novecento, che, tra il 1936 e il 1943, prese parte ad alcune delle più importanti esposizioni del periodo conclusivo del movimento futurista.
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