L’autore identifica in Floriano il santo che figura sulla sinistra nella Pala di Castelfranco di Giorgione, di cui ribadisce la datazione al 1504 o ai primi mesi del 1505, ravvisando influenze del Dürer. Torna a chiarire l’interpretazione del cosiddetto Sogno di Raffaello di Marcantonio Raimondi, che ritiene derivare da Raffaello e non da Giorgione, come incubo di Didone e in tale chiave legge anche la Notte di Battista Dossi. Identifica infine L’inferno cun Enea et Anchise di Giorgione con il Ritratto d’uomo armato di Vienna e spiega il cosiddetto Tramonto come Leggenda di san Giorgio.
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