Resumen de Il monumento al cardinale De Bray in San Domenico in Orvieto. Progetto di ricomposizione
- English
At this point the more technical aspects of the restoration are addressed, in a series of studies. The first is that of Paolo Martellotti who describes the phases of the restoration, beginning from the process of dismantling it into over 200 stone blocks, of which all the sides of the some 1200 resulting surfaces were analyzed. For each of them an index file was compiled, in which all available data and information was catalogued, including for example the methods and tools used for carving the marble. Those typical of Arnolfo were identified, and can be distinguished from those of previous periods (ancient marbles) or later restorations; this permitted the secure identification of everything that cannot belong to the original monument, and must therefore be the result of later interventions. All this, combined with the art–historical studies and those on Arnolfo’s architectural thinking, enabled the original measurements and spatial conception to be restored to the monument, and its five–panelled base and seven–arched upper sarcophagus chamber to be reconstructed. Both had been travestied, or misunderstood, in the seventeenth–century restorations with grave reductions in the monument’s depth and spatiality.
- italiano
L’autore ripercorre le fasi del restauro a cominciare dallo smontaggio in oltre 200 blocchi lapidei, di cui sono stati analizzati tutti i lati delle circa 1200 superfici risultanti. Per ognuna è stata compilata una scheda con la quale si sono catalogati tutti i dati e le informazioni possibili, fra cui ad esempio i modi e gli strumenti usati per la lavorazione del marmo, individuata la lavorazione tipica di Arnolfo, distinguibile dalle lavorazioni precedenti (marmi antichi) o da quelle successive; questo ha consentito di individuare con certezza ciò che non può appartenere al monumento originale, e che quindi è frutto di interventi successivi. Tutto questo,unito agli studi storico-artistici e a quelli sulle logiche architettoniche arnolfiane, ha permesso di rendere al monumento le originarie dimensioni e spazialità, recuperati attraverso la ricostruzione dello stilobate a cinque formelle e il loggiato superiore a sette arcate, manomessi nei restauri seicenteschi con gravi riduzioni della profondità e spazialità del monumento.
