The so–called Castello di Corradino (Castle of Conradin) is a Roman funerary monument of the imperial period, whose funerary purpose was first identified by G. Libertini in his monograph on Centuripe in 1926. The author proposed an interpretation of the monument based on a new survey of the building, careful analysis of its building technique and comparison with other similar monuments. This enabled him to classify it in type. Comparison with another typologically similar building in Centuripe, the so–called Dogana, and a comparative analysis of the modular aspects of both, provided the basis for a proposed reconstruction of the Castello di Corradino inspired by the model of the funerary monument raised over a podium with an upper chamber. This is a type of mausoleum widely adopted in Rome and Lazio, but that has no correspondences in other sites in Sicily. This circumstance can be explained by the privileged relations that Centuripae had with Rome, and by the presence in Rome of powerful Centuripan families that had close links with the Roman bourgeoisie. Starting out from the technical analysis of the two monuments and arguments based on ‘type’, the author proposes a date for them in the second half of the 2nd century BC. He also proposes a relative chronology of the two buildings based on comparison between their respective use of two–colour brickwork.
Il “Castello di Corradino” è un edificio funerario romano di età imperiale la cui destinazione d’uso fu identificata, per primo, da G. Libertini nella sua monografia su Centuripe del 1926. Lo studio dell’edificio, del quale l’autore ha redatto un nuovo rilievo, propone una lettura del monumento che partendo da una attenta analisi della tecnica costruttiva e dal confronto con edifici simili, ne consente l’inquadramento tipologico. Il confronto con un altro edificio centuripino tipologicamente simile, la cosiddetta “Dogana”, offre lo spunto, attraverso l’esame incrociato degli aspetti modulari dei due edifici, per l’elaborazione di una proposta ricostruttiva del “Castello di Corradino” che si ispira al modello della tomba monumentale su podio con camera superiore, largamente adottato a Roma e nel Lazio, ma che non ha riscontro in altri centri della Sicilia. Il fatto trova la sua giustificazione nei rapporti privilegiati che Centuripe aveva con Roma, e nella presenza a Roma di potenti famiglie centuripine che avevano stretti rapporti con la borghesia romana. Partendo dall’analisi tecnica dei due monumenti e dalle considerazioni sul “tipo”, l’autore ne propone una datazione alla seconda metà del II sec. a.C. Inoltre, dal confronto sull’utilizzo della bicromia nel laterizio avanza una ipotesi sulla cronologia relativa tra i due edifici.
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