The Hipponion Painter was active in the Middle Corinthian and in the first half of the Late Corinthian period, roughly from 590/585 to 560 BC. He spent his apprenticeship in the Scale-Pattern Workshop, but seems to have severed his connections with it very soon. Having abandoned his first style linked to the Scale-Pattern in favour of new stylistic modes, and working in an increasingly more efficient but looser way, this Painter provides ample scope for the application of the Morellian method. Five phases can be distinguished in his oeuvre. Examination of his friezes with panthers and goats, his favourite animals, provides the best clues for defining them. Of the 92 pots so far attributed to the Hipponion Painter, the stylistic sequence shows that the amphoriskoi, morphologically tall and slender, continued to be produced right down to his final period, whereas the convex pyxides with handles and the kotylai belong exclusively to the later phases in his output. In analyzing the origins of the Hipponion Painter, the author also briefly discusses a workshop companion, the Melli Painter, to whom four pots are attributed. The works of both masters show similarities with those of a rather disparate group of craftsmen, who were influenced by the Scale-Pattern Workshop in the painting of details and filling ornaments, but not in their choice of types of pots. The article then examines in detail the bulbous amphoriskoi, the typical shape privileged by these craftsmen, and concludes that, with the Hipponion Painter, the canonical secondary decoration evolved more slowly than the canonical amphoriskos shape itself. Hitherto the Painter’s oeuvre has mainly been found in Southern Italy and Sicily. This is due to various factors, but especially to the decline in the import of Corinthian wares into the sanctuaries of the East Greek world, the sudden development of pottery as votive gifts in the Greek West, and the change in the type of offerings in tombs and sanctuaries. The similarities and differences between the various sites in Southern Italy in terms of patterns of trade and trade routes, and the evidence to reconstruct them, are also examined. Given the close similarities in models, particular attention is paid to Locri and its colonies. The author then reaches the conclusion that Corinthian pottery is more likely to have been imported into the Locrian sub-colonies by way of the mother-city than through the Straits.
Il Pittore di Hipponion fu attivo nel periodo Medio Corinzio e nella prima metà del Tardo Corinzio, circa 590/585 fino al 560 a.C.
Egli fece il suo apprendistato presso la Scale-Pattern Workshop, ma sembra essersene distaccato molto presto.
Abbandonando il suo primo stile legato alla Scale-Pattern per nuove modalità stilistiche e lavorando in maniera sempre più efficiente e meno accurata, questo Pittore fornisce ampio spazio per l’applicazione del metodo morelliano. Nella sua produzione si possono distinguere 5 fasi, per le quali l’esame dei fregi con pantere e capri, i suoi animali preferiti, fornisce il migliore indizio.
Tra i 92 vasi a lui attribuiti finora, la sequenza stilistica mostra come gli amphoriskoi, morfologicamente alti e sottili, siano stati prodotti sino all’ultimo periodo, mentre le pissidi convesse ed ansate e le kotylai appartengano invece alle fasi ultime e più tarde.
Nell’analizzare le origini del Pittore di Hipponion, viene brevemente considerato anche un suo compagno di officina, il Pittore di Melli, cui sono stati attribuiti 4 vasi. Le loro opere mostrano analogie con quelle di un gruppo di artigiani fra loro diversi nello stile, influenzati dal modo in cui la Scale-Pattern Workshop rendeva i dettagli e i riempitivi ornamentali, ma non dalla tipologia vascolare che essa di norma prediligeva. Nell’articolo in questione si esaminano dettagliatamente gli amphoriskoi a bulbo, forma tipica di questi artigiani, e si conclude che — con il Pittore di Hipponion — la decorazione canonica secondaria evolve più lentamente che non la forma canonica dell’oggetto stesso.
Finora la produzione del Pittore di Hipponion si ritrova essenzialmente in Italia meridionale e in Sicilia. Ciò è dovuto a diversi fattori, ma soprattutto al declino delle importazioni di ceramica corinzia nei santuari della Grecia orientale, all’improvviso sviluppo della ceramica come dono votivo nel mondo greco occidentale e al mutamento nella tipologia delle offerte in ambito funerario e sacrale.
Questo studio esamina anche somiglianze e differenze tra i vari siti dell’Italia meridionale per quanto concerne la possibilità di una ricostruzione dei traffici e delle vie commerciali.
Date le notevoli somiglianze nei modelli, particolare attenzione è stata riservata a Locri e alle sue colonie, per giungere alla conclusione che la ceramica corinzia sia stata importata nelle subcolonie locresi più verosimilmente per tramite della madrepatria, che non attraverso lo Stretto.
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