In questo saggio l'autore intende principalmente mostrare l'importanza di alcuni fondi archivistici - e in particolare delle carte dell'Allied Control Commission - per la ricostruzione storica della presenza malavitosa nei quartieri operai di Milano nel secondo dopoguerra. A partire da ciò, l'autore mette in luce come si affermi, in questi rioni, una particolare relazione triangolare tra piccoli criminali, forze di polizia e popolazione:
una separazione, comunque non scontata e fluida, fra gruppi che adottavano principi di legalità e gruppi che al contrario ritenevano necessario delinquere. In questo senso, la tradizionale funzione cosiddetta di ¿chirurgia sociale¿, praticata per separare le classi produttive dai marginali e dai contestatori, sembrava essere all¿opera anche in quella fase storica, ma le classi "pericolose", a quel punto, erano da intendere come un pezzo ampio di società che tagliava trasversalmente i ceti, i gruppi sociali e anche le istituzioni.
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