Quest'articolo sottolinea la dimensione poetica delle due città agostiniane, civitas Dei e terrena (o diaboli), per poi esaminare il suo diveso trattamento in sede verbale sia in sede figurativa. Come termine di comparazione è preso come esempio un celebre manoscritto miniato de De civitate Dei (Plut. 12.17). In accordo tanto con il trattato agostiniano quanto con la sua ricezione medievale, l¿articolo offre nuova e originale interpretazione delle quattro tavole miniate che aprono questo manoscritto.
This article points out the poetic dimension of the two cities defined by S. Augustine, the civitas Dei and the civitas terrena (or diaboli); then it considers the different treatment of such a dimension in the verbal and in the visual code. In order to develop this comparison the author examines a well-known illuminated manuscript of the De civitate Dei (Plut. 12.17; Canterbury? 1120-1130). In keeping with the Augustinian treatise as well as with its medieval reception, the article offers a new and original insight of the four depicted folios, which open this manuscript.
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