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Resumen de Haste, cost, and scribes as painters in Italian giant church books of the mid and latter eleventh century

Lila Yawn

  • Chi studia le bibbie atlantiche "umbro-romane" e i molti altri consimili manoscritti liturgici ed esegetici di grande formato prodotti in Italia centrale nei secoli XI e XII, probabilmente presto o tardi si è trovato a dover affrontare una questione estetica: perché le miniature presente in alcuni tra i primi esempi del genere sono decisamente rozze, mentre in altri casi all'incirca coevi appare evidente una grande raffinatezza pittorica e grafica? Il contrasto è reso ancora più enigmatico dal fatto che, al di là delle Alpi, abbiamo memoria documentaria di diversi doni di manoscritti "rozzi" elargiti da esponenti delle élite del secolo XI, tra cui persino il giovane re e futuro imperatore Enrico IV. Edward Garrison accostò la grossolanità con la precocità, formulando le sue cronologie di conseguenza; per Albert Boeckler, il primo a descrivere il fenomeno, i contrasti qualitativi avrebbero dimostrato che i manoscritti venivano prodotti in laboratori differenti. Costruito sull'ipotesi, suffragata da una nutrita serie de testimonianze, che "scriptores" indipendenti e retribuiti fossero responsabili di molti dei codici di grande formato prodotti in Italia centrale nel secolo XI, il presente articolo intende sostenere che a rivestire un ruolo fondamentale furono soprattutto i fattori economici. L'elevata domanda di questi manoscritti tra il 1050 e il 1100 e la novità rappresentata in Italia dal genere "bibbia atlantica" provocarono esecuzioni affrettate e l'impiego di manodopera non sempre all'altezza del compito. Infatti, da un lato le bibbie accuratamente suddivise in unità di scrittura atte a consentire la copia simultanea da parte di molteplici scribi hanno molta maggior probabilità di mostrare segni di trascuratezza nella pittura rispetto agli equivalenti manoscritti eseguiti più lentamente (e dunque con maggior cura); dall'altro lato, i committenti presero a ingaggiare artigiani di modesta capacità e anche generalisti: "scriptores" che fungevano da "pictores", persino quando la loro formazione pittorica era minima.


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