La presentazione di due monumentali lavori giovanili di Luca Giordano, un Perseo che decapita Medusa ed un Giudizio di Salomone, e il confronto con le altre interpretazioni dei due temi offerte dal pittore nell’arco della sua carriera, offrono l’occasione di riconsiderare l’evoluzione del linguaggio di Giordano nello snodo cruciale tra il sesto e il settimo decennio del Seicento, dalla maniera neoveneta degli esordi al riberismo adottato sull’onda della “moda tenebrista” che andava in quegli anni affermandosi nei territori della Serenissima.
Attraverso l’esame delle fonti e l’individuazione di alcuni riflessi figurativi dell’inedito Giudizio di Salomone in area veneziana, si avanza l’ipotesi che tale opera sia da identificare con la tela già nella chiesa dei Gesuiti a Venezia.
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