L'autore, partendo dallo sviluppo critico del metodo fenomenologico di E. Lévinas, evidenzia i limiti dì un pensiero della totalità, come quello di K. Rahner, sottoposto alle fratture storiche dell'essere. Il discorso rahneriano va rivisto nella sua deficienza a riguardo della dimensione intersoggettiva, proprio nel quadro della prospettiva del Lévinas. La «riduzione» di quest'ultimo, nel confronto con la tradizione trascendentale, può fare da ottimo integratore della riduzione rahneriana, aperta al mistero, ma dotabile di senso solo nel rapporto intersoggettivo.
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