Questo articolo presenta un approccio innovativo alla protezione dei diritti fondamentali dell’UE nei confronti degli Stati membri, dal momento che la situazione dei diritti fondamentali in un certo numero di Stati membri costituisce crescente motivo di preoccupazione. Tuttavia, limitata è ad oggi l’azione dell’Unione a questo proposito. Per quanto gli Stati siano complessivamente tenuti al «rispetto dei diritti umani» ai sensi dell’art. 2 TUE e soggetti al meccanismo ex art. 7 TUE, ciò ha dimostrato di avere un impatto pratico molto limitato. Pertanto, l’articolo suggerisce di aprire il «rispetto dei diritti umani» alle azioni giudiziarie individuali per il tramite della cittadinanza dell’Unione. Il punto di partenza è il recente sviluppo giurisprudenziale della «sostanza» della cittadinanza dell’Unione nella causa Ruiz Zambrano. Questa sostanza può e dovrebbe essere definita fondamentalmente in riferimento all’essenza dei diritti umani consacrati nell’art. 2 TUE. Per calare questo nella pratica, l’articolo suggerisce una dottrina Solange ribaltata, applicata dalla CGE nei confronti degli Stati membri: al di fuori della portata della CDFUE, questi rimangono autonomi nella protezione dei diritti fondamentali fintantoché (solange) si può presumere che essi assicurino l’essenza dei diritti umani consacrati nell’art. 2 TUE. Tuttavia, qualora questa presunzione sia superata, entra in gioco la «sostanza» della cittadinanza dell’Unione – nel senso della causa Ruiz Zambrano. Su questa base i cittadini dell’Unione possono domandare ristoro innanzi alle corti nazionali e alla CGE.
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