Le costellazioni non esistono in natura (Il costruzionismo e i suoi limiti)

• Autores: Davide Sparti
• Localización: Revista europea de etnografía de la educación, ISSN 1645-8699, Nº. 7-8, 2009-2010, págs. 92-104
• Idioma: italiano
• Texto completo no disponible (Saber más ...)
• Resumen

  • Benché siano passati ormai quarant�anni da quando Peter Berger e Thomas Luckman hanno scritto La realtà come costruzione sociale � una autentica riarticolazione della sociologia fenomenologica di Schutz �, al fine di tracciare un bilancio epistemologico del costruzionismo diventa sempre più o imprescindibile prendere le mosse dalle tesi delineate da John Searle in La costruzione della realtà sociale. Nella prima parte di questo contributo viene esaminata la nozione di assegnazione di funzione simbolica (X sta per Y in C). Nella seconda parte vengono discusse alcune questioni non chiarite nel quadro di Searle, in particolare lo statuto ambiguo della nozione di fatto bruto, o extrasociale. Ove vengano accettate le conclusioni raggiunte da Thomas Kuhn in La struttura delle rivoluzioni scientifiche, insieme al mito del dato, ad essere messa in questione risulterà proprio la nozione di fatto bruto. Accogliere la svolta di Kuhn non significa smettere di tracciare distinzioni, concludendo magari (e genericamente) che tutto possa essere davvero frutto di costruzione. Contro una tale generica posizione, viene qui tracciata la distinzione fra due forme di costruzionismo (messa in forma della realtà, e doppio livello ermeneutico). L�intenzione è stata quella di individuare alcune direzioni per sviluppare un costruzionismo oltre se stesso � ovvero contro quella persuasione debolista che vorrebbe che davvero tutto debba ormai risultare �socialmente costruito�.

    Pare opportuno avviarsi allora verso un costruzionismo �critico�, consapevole � cioè � dei rischi che certe costruzioni (ad esempio quelle stigmatizzanti, come le �razze�) comportano.