Il saggio si propone di comprendere il ruolo della giustizia nella definizione del "giusto salario", attraverso i processi discussi all'interno dei tribunali corporativi delle arti della lana di Padova e Firenze fra Cinque e Seicento. Di là da una semplice standardizzazione, durante l'età moderna la formazione del salario dipendeva da numerosi aspetti, riconducibili all'individuo (come età e competenze tecniche) o di carattere generale, come usi e consuetudini. In questo contesto diveniva centrale la relazione fra datore di lavoro e lavoratore, che rappresentava il primo elemento di base nel definire il salario. I processi discussi all'interno dei tribunali mostrano come i giudici definivano il giusto salario a partire dagli accordi, formali e informali, stipulati dagli individui, sottolineando l'importanza della negoziazione private e dei contratti. D'altro canto le cause, e le stesse procedure giudiziarie adottate, rivelano l'importanza dell'integrazione del singolo all'interno società urbana per il riconoscimento di un giusto salario che si presentava per sua natura prevalentemente individuale, al di là di uno status sociale in precedenza acquisito
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