Grammatiche e vocabolari italiani attuali, in linea con l'uso contemporaneo, avvertono che la forma del pronome personale che segue come in un secondo termine di paragone è sempre me, te, lui e mai io, tu, egli, anche quando il primo termine di paragone è rappresentato da un soggetto. L'uso italiano due e trecentesco invece accoglieva più spesso il tipo come io, tu, egli. Benché nella lingua della prosa il modulo moderno abbia intaccato il primato di quello antico fin dal Cinquecento, per secoli la tradizione normativa ha continuato a presentare quest'ultimo come una struttura ricorrente, determinando così una sorta di «deriva normativa» esauritasi solo nel Novecento.
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