Questo lavoro si propone di riconsiderare alcuni aspetti riguardanti il codex unicus di Aristeneto, il Vindob. Phil. gr. 310 (l'inscriptio, lettori e possessori, la paternità di alcuni epigrammi medievali), e di presentare nuovi dati sulla tradizione manoscritta e la ricezione di questo autore. In § 1 e § 2 mi occupo di lettori e possessori medievali (Nicola d'Otranto, Palagano) e umanistici (Giano Lascaris) di questo codice e della inscriptio presente nel primo foglio; in § 3 e § 4 richiamo l'attenzione su un nuovo manoscritto di Aristeneto (scritto nel XVII secolo dal dotto Leone Allacci) e su una versione italiana inedita realizzata nel 1701 da Girolamo Baruffaldi.
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