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The different meanings of "being" according to Aristotle and Aquinas

  • Autores: Alejandro Llano Cifuentes
  • Localización: Acta Philosophica: rivista internazionale di filosofia, ISSN 1121-2179, Vol. 10, Nº 1, 2001, págs. 29-44
  • Idioma: italiano
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  • Resumen
    • L'approfondimento dell'argomento aristotelico della molteplicità dei modi di essere ha permesso a San Tommaso di sviluppare alcuni temi teologici di tipo metafisico senza cadere in alcuni problemi ricorrenti delle concezioni dell'essere inteso come "generalissimo" o come mera possibilità. Una revisione dei testi fondamentali di Aristotele su questo aspetto getta luce su alcuni problemi pressoché ignorati dai commentatori del Filosofo, nonché dai discepoli di San Tommaso, intravisti da Kant, e riproposti parzialmente da Frege, per poi essere di nuovo ripresi da alcuni filosofi analitici. La classificazione aristotelica dell'essere — che parte dall'essere concreto e non dall'essere logico o indeterminato — non è un semplice elenco, ma la presentazione di quattro criteri per distinguere le modalità dell'essere in modo organico e gerarchico: l'essere per se come opposto all'essere accidentale; la distinzione fra l'essere veritativo (ens ut verum) e l'essere proprium; l'essere secondo le categorie; e infine l'essere inteso come atto e come potenza. L'approfondimento di San Tommaso non è una aggiunta di nuove distinzioni, ma soprattutto la comprensione dell'essere come atto (actus essendi) quale senso fondamentale per capire l'essenza. Così si può spiegare la nostra conoscenza dell'esistenza di Dio senza pretese razionalistiche (di conoscenza esauriente della sua essenza), la conoscenza di nozioni negative (ad esempio, l'«esistenza» della cecità), e formulare in termini metafisici nozioni teologiche fondamentali, ad esempio la permanenza di due nature in Cristo, con un solo atto di essere.


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