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Nomen non tamen omen

  • Autores: Remo Bracchi
  • Localización: Rivista italiana di onomastica, ISSN 1124-8890, Vol. 13, Nº. 1, 2007, págs. 51-90
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • Nello studio si indaga sul passaggio che conduce dal nome proprio personale all'appellativo comune, più specificamente alla valenza di 'stupido, sciocco'. Il nome è un presagio, secondo la definizione di Plauto (nomen omen). In questo caso si trasforma in una ab-ominatio. La spigolatura dei dati (137 esemplari, ma potrebbero essere assai di più) non sembra offrire, a prima vista, nessun criterio oggettivo di classificazione, tanto disparate risultano le circostanze (il dove e il quando), le modalità psicologiche e le motivazioni della creazione. Tuttavia, attraverso una più puntuale comparazione delle emergenze, si delineano quattro agenti, considerati responsabili dello slittamento semantico: l'abuso (dovuto spesso alla pressione del patronato: santo della cattedrale cittadina, del borgo, delle corporazioni, protettori contro le malattie più temute); la desuetudine (nomi che suonavano strani, da qualche tempo caduti dall'uso); le integrazioni semantiche (qualifiche aggregate ai personali come glosse, distici in rima, quartine strutturate sul ritmo delle filastrocche) e le risonanze fonetiche (particolari suffissi già semantizzati in valenza negativa, quali -éo, -ana); la personalizzazione (marginale alla ricerca).


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