This article aims to show that the two lacunae postulated in Lucretius 6, 607-608 e 6, 839-840 (at the beginning of the discussion on constantia maris and on wells and springs, respectively) should be rejected. The paradosis, indeed, does not allow to suspect any textual loss in either case, and the incipit ex abrupto of these sections can be traced to the absence of the Author’s summa manus.
L’articolo intende dimostrare che le due lacune postulate in Lucrezio 6, 607-608 e 6, 839-840 (all’inizio, rispettivamente, della trattazione dedicata alla constantia maris e ai pozzi e alle fonti) vanno respinte. La paradosi, infatti, non autorizza il sospetto di cadute testuali in nessuno dei due casi e l’incipit ex abrupto di queste sezioni può essere ricondotto all’assenza della summa manus dell’Autore.
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