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Resumen de Dai generi alla poetica: andata e ritorno (per una rilettura della Doctrina de compondre dictatz)

Fabio Barberini

  • La Doctrina de compondre dictatz: un trattato disordinato? La valutazione di Paul Meyer —che, per respingere l’attribuzione della Doctrina de compondre dictatz (= Dcd) a Raimon Vidal de Besalù, invocava la metodicità del maestro contro il genio del poeta (Marshall 1972:lxxv–lxxviii)— èoggi quasi dimenticata. A fare testo è ormai il giudizio più recente (e piùsevero) di Gérard Gonfroy (1988:124–125), che riscontra l’assenza di gerarchia nella sequenza dei sedici generi descritti nel trattato —canso, vers,lays, sirventez, retronxa, pastorela, dança, plant, alba, gayta, estampida, sompni,gelozesca, descort, coblas, tenso— e conclude che l’ordine stabilito dall’Au-tore non tiene conto della reale importanza di alcuni generi. In effetti,se da un lato il primo posto assegnato alla canso riflette il ruolo centraleche essa ha avuto presso i trovatori, dall’altro non si potrebbe essere indisaccordo con Gonfroy —almeno in linea di principio— sul fatto che,per esempio, l’ultima posizione assegnata alla tenso non rende giustiziaall’importanza che il genere ebbe, fin dalle sue prime attestazioni, anchenello sviluppo della cosiddetta ‘ideologia cortese’ (Ferrari 2014:87–90;Vatteroni 2004:253–259).Tuttavia, la successione dei generi proposta dalla Dcd è, a mio avviso,meno anomala di quanto possa sembrare a prima vista e non escludereiche essa derivi, non da idiosincrasie personali dell’Autore, ma piuttostodall’ organizzazione materiale dei testi in uno dei canzonieri consultatidall’anonimo trattatista. La sequenza dei generi infatti può essere divisa in due sezioni di ampiezza diseguale, che obbediscono però a precisi criteri formali: la prima sezione comprende i generi che vanno dalla canso aldescorte —a prescindere dalle specifiche peculiarità metriche, musicali etematiche di ciascun genere— si tratta sempre di forme di poesia ‘non dialogata’; la seconda sezione, che comprende la sola tenso, accoglie una delledue tipologie principali di poesia ‘dialogata’. Difficile, invece, stabilire seil complesso genere della cobla esparsa (Rieger 1988; Petrossi 2010) dovevaessere ascritto, nelle intenzioni dell’Autore, alla prima o alla seconda sezione: il componimento monostrofico infatti è sia poesia monologica, sia—laddove inserito in brevi échanges— poesia dialogica. Quello che importarilevare, però, è che questa disposizione trova riscontro nella planimetriadi alcuni canzonieri trobadorici, nei quali tensos e partimens sono collocatiin sezioni separate del codice, come accade ad esempio nei canzonieri C(Radaelli 2005; León Gómez 2012) ed E (Menichetti 2015). Ciò non implica, ovviamente, che uno di questi due canzonieri sia stato il ‘libro ditesto’ dell’Autore della Dcd, ma implica però plausibilmente che tra i ma-teriali a disposizione del trattatista ci fosse anche un perduto canzoniere,la cui planimetria prevedesse una netta separazione tra generi ‘non dialogati’ e generi ‘dialogati’. Ipotesi che non esclude, come si vedrà più avanti,che la posizione della tenso derivi anche da un giudizio qualitativo, frutto però non delle convinzioni dell’Autore, ma di quanto egli poteva osservarenel contesto culturale e poetico in cui fu composto il trattato (cf. § 3).


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