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Resumen de "Legi in quodam beati Columbani libro": Raterio di Verona e Bobbio

Benedetta Valtorta

  • Nell'opuscolo in forma di lettera noto come Discordia, indirizzato nel 968 ad Ambrogio, cancelliere dell'imperatore Ottone I, Raterio di Verona cita fra l'altro un Liber sancti Columbani. Grazie a una nota marginale apposta da un lettore dell'opera rateriana nel ms. München, BSB, lat. 6340, l'A. identifica il testo citato nel cosiddetto Opus imperfectum in Mattheum, una raccolta di omelie su tale Vangelo attribuite a torto nel medioevo a Giovanni Crisostomo. È probabile che Raterio abbia conosciuto la raccolta nel monastero di Bobbio, dove essa è ben attestata nel X sec., e questo spiegherebbe l'indicazione di fonte da lui fornita; il fatto che il vescovo veronese non dia mostra di conoscerne l'autore induce a pensare che il codice da lui consultato appartenga a una precisa famiglia tradizionale dove l'Opus circola adespoto, e che è collegata al codice Torino, BN, F II 19, proveniente appunto da Bobbio. Non è questo l'unico caso di rapporti librari fra Raterio (e dunque Verona) e Bobbio: un caso analogo è stato rilevato nella trasmissione del De corpore et sanguine Domini di Pascasio Radberto, attestata nella medesima, particolare forma redazionale in un codice bobbiese (Vat. lat. 5767) e nella biblioteca del vescovo, in seguito passata a Lobbes.


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