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Resumen de Ancora su "arcolino". Un'indagine etimologica

Giuseppe Mascherpa, Xenia Skliar

  • English

    The new ethymological survey conducted here on the ancient Italian arcolino ‘small furry mustelid’, whose earliest reference can be found in the rhymes of the Anonymous Genoese (last decade of the XIII century), which then only occurs in texts and documents from the Venetian area (from Marco Polo’s Milione to the capitolare of the vaiai in Venice) of the XIII-XVI centuries, seems to classify the entry as a product of linguistic interchange. It is probably the Italian form of a Mongolian word, forged in the multilingual context of the commercial ports on the Black Sea: here, starting in the second half of the XIII century, the intensity of the transactions favored the deepening of the linguistic and cultural contacts between the Italian merchants (Genoese in particular) and their homologous Levantines (Arabs, Byzantines and, especially, Tartars).

  • italiano

    La nuova indagine etimologica condotta in questa sede sull’antico italiano arcolino ‘piccolo mustelide da pelliccia’, la cui più antica attestazione si rinviene nelle rime dell’Anonimo Genovese (ultimo decennio del sec. XIII), e che per il resto occorre solamente in testi e documenti di area veneziana (dal Milione di Marco Polo al capitolare dei vaiai di Venezia) dei secc. XIIIXVI, parrebbe classificare il lemma come prodotto della linguistica del contatto. Si tratterebbe infatti del calco italiano di una voce mongola, forgiato nel contesto multilingue degli scali commerciali del Mar Nero: qui, a partire dalla seconda metà del Duecento, l’intensificarsi delle transazioni favorì l’approfondirsi dei contatti linguistici e culturali tra i mercanti italiani (in particolare genovesi) e i loro omologhi levantini (arabi, bizantini e, per l’appunto, tartari).


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