Skip to main content
Alessandro Savorelli
  • Via Monteverdi 99 -  I -  50144 FIRENZE
  • 055 - 0517658

Alessandro Savorelli

Riedizione con nuove letture del P.Hibeh 7 con comment
Un inedito tratto dalle lezioni di filosofia della storia di Antonio Labriola. Una prima versione fu letta nel 1888-89 e rielaborata anni dopo per uno dei numerosi corsi sulla Rivoluzione francese.
Nel "De laudibus civitatis Ticinensis" della prima metà del secolo XIV, autore del quale è considerato Opicino de Canistris (1296-1352) è una rara testimonianza sulle insegne araldiche portate dalle fazioni (milites e Popolo) della città... more
Nel "De laudibus civitatis Ticinensis" della prima metà del secolo XIV, autore del quale è considerato  Opicino de Canistris (1296-1352) è una rara testimonianza sulle insegne araldiche portate dalle fazioni (milites e Popolo) della città di Pavia: delle loro figure e colori è rimasta traccia nello stemma del comune di Voghera.
Figure annesse al saggio (v. a parte il testo)
Le Cronache di Giovanni Sercambi (fine XIV- inizio XV s.), lucchese, sono un'opera riccamente illustrata: molte immagini miniate riportano elementi araldici e vessillologici relativi alle vicende politiche del tempo di cui l'A. fu... more
Le Cronache di Giovanni Sercambi (fine XIV- inizio XV s.), lucchese, sono un'opera riccamente illustrata: molte immagini miniate riportano elementi araldici e vessillologici relativi alle vicende politiche del tempo di cui l'A. fu testimone. Mel saggio si dà un elenco ragionato delle bandiere araldiche: alcune delle quali inusitate in lavori del genere e riguardanti, con testimonianze rare, settori dell'araldica come le istituzioni comunali e la simbologia delle compagnie di ventura.
I portolani dei Vesconte sono fra i più antichi tra quelli araldizzati: il saggio contesta l'interpretazione corrente, come di uno "stemmario" di carattere decorativo, con particolare attenzione alle città piuttosto che agli stati... more
I portolani dei Vesconte sono fra i più antichi tra quelli araldizzati: il saggio contesta l'interpretazione corrente, come di uno "stemmario" di carattere decorativo, con particolare attenzione alle città piuttosto che agli stati mediterranei. In realtà la logica che domina l'opera è di carattere poltico.
NUOVO ACQUISTO nel settore portolani, la Carta Lucchese (un frammento di cm 60x30, rintracciato nel 2000 nella legatura di un volume del '600) è conservata all'Archivio di Stato di Lucca (Fragmenta Codicum, Sala 40, Cornice 194/1). Un... more
NUOVO ACQUISTO nel settore portolani, la Carta Lucchese (un frammento di cm 60x30, rintracciato nel 2000 nella legatura di un volume del '600) è conservata all'Archivio di Stato di Lucca (Fragmenta Codicum, Sala 40, Cornice 194/1). Un piccolo «terremoto» nel suo genere, è stato detto: e se si guarda al suo stile, che a mio parere non trova riscontri immediati, probabilmente è vero. Maggiore è lo scompiglio provocato dal problema della datazione, che Philipp Billion, colloca tra la fine del '200, addirittura, e il primo '300; sarebbe dunque tra le carte più antiche in assoluto 1. È un'ipotesi assai ardita, contestata-non senza buone ragioni, su basi toponomastiche e linguistiche-da un cartografo molto noto ed esperto, Ramon J. Pujades i Bataller, che la data ad un secolo dopo, cioè agli inizi del '400: lo fa anzi proponendo di rivedere contestualmente la datazione anche della Carta Pisana e della Carta di Cortona, tradizionalmente attribuite alla fine del '200 2. Il che dimostra che i cartografi sono ancora avvolti da dubbi e incertezze a riguardo di questo nuovo, intrigante esemplare. Lo stile della Carta Lucchese è indubbiamente singolarissimo, ma questo non è sufficiente a datarla ai primordi della produzione dei portolani. La sua principale caratteristica è costituita dalle grandi sagome delle città, complicate e multicolori muraglie turrite che non hanno riscontro in altri esemplari, e che riempiono con le bandiere, anch'esse di inusuale grande
Modi, varianti e presenza del "capo d'Angiò", in connessioni con eventi politici e lotte di fazione comunali.
L'importanza di Bertrando Spaventa nel decennio di preparazione (1850-60) in relazione alla critica delle filosofie spiritualiste in Italia.
Il saggio è dedicato a un inedito di Antonio Labriola del 1896 sulla biografia di Carlotta Corday.
Research Interests:
All'interno del fascicolo del "Giornale critico della filosofia italiana" dedicato al centenario della rivista, apparsa nel 1920, il saggio analizza i contributi dedicati nell'arco di un secolo alla filosofia italiana dell'800.
Aanalisi di alcune lezioni del 1894-95, col commento inedito di Antonio Labriola al "Manifesto" di Marx-Engels.
The first two series of the «Giornale» often refers to the thesis Gentile articulated in the Origini della filosofia italiana contemporanea, that saw actualism as the outcome of nineteenth century idealism, mostly just by publishing... more
The first two series of the «Giornale» often
refers to the thesis Gentile articulated in the
Origini della filosofia italiana contemporanea,
that saw actualism as the outcome of
nineteenth century idealism, mostly just by
publishing sources and documents. Even under
the direction of Spirito, the topic is barely
touched upon, just when after the war
there is a renewed interest based on novel
critical and historical foundations. Only
with the direction of Garin, we witness a
systematic re-reading of nineteenth century
philosophy to analyse the developments of
contemporary historiography.
Labriola never concluded the ‘commentary’ to the Manifesto, that he mentioned several times. There are though traces of it, with glosses of different nature (including some on translation issues), among the notes for the 1895 lectures,... more
Labriola never concluded the ‘commentary’
to the Manifesto, that he mentioned several
times. There are though traces of it, with
glosses of different nature (including some
on translation issues), among the notes for
the 1895 lectures, that is almost at the same
time of his In memoria del Manifesto del
comunisti. In subsequent years, the issues
mentioned during the lectures, such as the
“historical prediction”, new theoretical and
political questions, and the insidious rising
‘crisis of marxism’ - all topics that appear in
the other two essays - caused the project to
be abandoned for good.
Labriola never concluded the ‘commentary’ to the Manifesto, that he mentioned several times. There are though traces of it, with glosses of different nature (including some on translation issues), among the notes for the 1895 lectures,... more
Labriola never concluded the ‘commentary’
to the Manifesto, that he mentioned several
times. There are though traces of it, with
glosses of different nature (including some
on translation issues), among the notes for
the 1895 lectures, that is almost at the same
time of his In memoria del Manifesto del
comunisti. In subsequent years, the issues
mentioned during the lectures, such as the
“historical prediction”, new theoretical and
political questions, and the insidious rising
‘crisis of marxism’ - all topics that appear in
the other two essays - caused the project to
be abandoned for good.
The «capo d’Angiò» (Angevin chief ) is an heraldic figure inspired in the arms of the King of Naples, typical of the Italian middle age. It was used by families and communities as the most important sign of the Guelph party. It is... more
The «capo d’Angiò» (Angevin chief ) is an heraldic figure inspired in the arms
of the King of Naples, typical of the Italian middle age. It was used by families and
communities as the most important sign of the Guelph party. It is difficult to understand
the origins of this figure, but it is quite sure that it was not officially granted by
the Angevin kings. The use of the «capo d’Angiò» was variable, even with paradoxical
cases, depending on local political situations and on the changing relations between
Italian communes and the Angevin monarchy. In the 15th century, after the end of the
Angevin kingdom, the «capo d’Angiò» continued to be used, becoming a simple sign
of local and urban identity.
Dal voll A. Rauch -  A. Savorelli, Storie sante
About the coat of arms of Siena

And 38 more

The first pages of a book in print: manuscript lessons by the Italian Marxist Antonio Labriola about Marx (1892-94)
A history of the Tuscan  crib in relation with iconographic sources and Christmas traditions.