Nel mio articolo presento la scrittura femminile delle donne legate all'organizzazione di stampo mafioso in Sicilia. I loro diari, memorie, autobiografie o biografie non vengono tradotte e di conseguenza rimangono sconosciute in altre culture. Soprattutto si tratta delle donne che hanno deciso di collaborare con la giustizia, rompendo tutti i legami con l'associazione a delinquere. Si liberano dalla cultura della morte e iniziano una nuova vita. Scrivendo, raccontano il loro passaggio dalle persone assoggettate alle regole di mafia ai veri e propri individui. Mi concentro sull'esempio di Rita Atria, la più giovane collaboratricecon la giustizia, il cui diario conosciamo soltanto in frammenti, visto che non viene mai pubblicato.
In the article, I present feminine writing of women connected to the criminal organization in Sicily. Their diaries, memories, autobiographies or biographies are not translated, therefore remain unknown in other cultures. It is especially true about women who decided to collaborate with the justice, breaking all ties with criminal conspiracy. They set free from the culture of death and start a new life. By writing they tell about their passage from a person subjugated to mafia rules toward a real and proper individual. I concentrate on an example of Rita Atria, the youngest collaborator of justice, whose diary is known only in fragments, since it was never published.
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