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Resumen de Fabia, l'ultima delle eroine Ovidiane?

Eulogio Francisco Baeza Angulo, Valentina Buono

  • italiano

    The aim of this report is to show that in his literary production at exile Ovid did not forget, neither put aside youth elegiac models. In particular, they relive in the female character of Fabia, Ovid's wife: indeed she is alike to heroines who write erotic epistles to their lovers in Heroides. By analyzing Tristia 1.3, it appears that, when Ovid is going to leave for exile, Fabia embraces his husband, cryes for his leaving, implores him to bring her with him and when he goes away, she faints and -upon regaining senses- she wants to die: we meet all these Fabia's attitudes and behaviours in many deserted women of Heroides. Moreover, when Fabia asks Ovid to bring her with him, she says that she would be his sarcina parva (l. 84): this expression recalls the one of Briseides in Her. 3, but especially the archetypic one is: essem militiae sarcina fida tuae of Arethusa, a female propertian character of Prop. 4.3, who asks her husband Lycotas, a soldier, to take her as a sarcina parva (cf. v. 46). Therefore, we can say that in exile epistolaries, Fabia, transfigurate from the dimension of reality and time, becomes an everlasting paradigmatic character in elegiac literature: she represents the last of ovidian heroines, with her eyes turned to propertian Arethusa of elegy 4.3.

  • italiano

    Lo scopo di questa comunicazione è dimostrare che nella sua produzione letteraria dell'esilio Ovidio non ha dimenticato, né messo da parte i modelli elegiaci della giovinezza. In particolare, essi rivivono nella figura femminile di Fabia, sua moglie: ella, infatti, appare molto simile alle eroine che scrivono epistole d'amore ai loro amanti nelle Heroides. Dall�analisi di Tristia I 3, emerge che Fabia, quando Ovidio sta per partire per l'esilio, lo abbraccia, piange per la sua partenza, gli domanda di portarla con sé, e quando egli va via, ella sviene e - una volta riacquistati i sensi - desidera di morire: tutti questi atteggiamenti e comportamenti di Fabia si rintracciano in molte donne abbandonate delle Heroides. Inoltre, quando Fabia chiede ad Ovidio di portarla con sé, ella afferma di volersi rendere per lui simile a una sarcina parva (v. 84): questa espressione richiama quella analoga di Briseide in Her. 3,68, ma soprattutto quella che riteniamo essere archetipica: essem militiae sarcina fida tuae di Aretusa, la protagonista femminile di Properzio 4,3, la quale chiede al marito Licota, che è un soldato, di prenderla con sé come una sarcina fida (cfr. v. 46). Proprio per queste ragioni, possiamo affermare che negli epistolari dell'esilio, Fabia - passando dalla dimensione del reale e del presente - diviene una figura letteraria di stampo elegiaco: ella diventa l'ultima delle eroine ovidiane, con lo sguardo rivolto all'Aretusa properziana dell�elegia 4,3.


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