Il saggio ricostruisce attraverso una cospicua documentazione inedita la nascita dell'etruscologia negli ambienti antiquari toscani e romani dagli anni Trenta agli anni Settanta del XVII secolo. Tramite il contributo di personalità come il nobile volterrano Curzio Inghirami e il gesuita Athanasius Kircher, l'autrice delinea un contesto storico e culturale determinante per la nascita e l'evoluzione della scienza antiquaria seicentesca, il cui riflesso figurativo si coglie nell'opera dei più importanti paesaggisti allora attivi, con particolare riferimento alle figure di Salvator Rosa e Stefano della Bella.
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